L’arte di Malta: intervista a Tommaso Evangelista
Oggi entriamo nel cuore dell’arte di Malta in compagnia di Tommaso Evangelista, storico e critico d’arte recentemente tornato da una lunga permanenza a Malta. Da sempre sul blog parliamo delle bellezze artistiche e architettoniche dell’arcipelago. Malta è ricca di grandi attrazioni che da sole valgono una vacanza o un week end in primavera.
Abbiamo voluto approfondire l’offerta artistica di Malta intervistando Tommaso Evangelista, giovane critico d’arte che ha avuto modo di soggiornare per quattro mesi a Malta.
Ma lasciamo la parola a Tommaso! Buona lettura!
“Sono uno storico e critico d’arte. Laureato in storia dell’arte moderna, con specializzazioni in didattica museale e arti sacre, ho cominciato a lavorare, in qualità di curatore, per diverse gallerie molisane mentre attualmente sono il curatore del dipartimento di didattica del CAMUSAC di Cassino. Professore in storia dell’arte, ho collaborato e collaboro con diverse testate d’arte contemporanea e ho all’attivo diverse pubblicazioni di estetica, storia e critica e la direzione di riviste. A Malta ho passato circa quattro mesi lavorando con la galleria BLITZ di Valletta e con la sua direttrice Alexandra Pace nell’organizzazione dello spazio espositivo e nella programmazione per il 2015. Parimenti ho avuto modo di girare e visitare approfonditamente l’isola, scoprendo le sue infinite qualità artistiche, architettoniche e paesaggistiche delle quali tratto in una mio spazio di analisi, nella rubrica tenuta dal professore Rodolfo Papa, sul portale web Zenit.org”
Tommaso, parliamo di Valletta: avendo solo 1 giornata a disposizione per girarla, quali sono a tuo avviso i luoghi e le attrazioni culturali che assolutamente devono rientrare in un itinerario e perché
Trovo Valletta una città estremamente suggestiva e sfaccettata, sofisticata, come ebbe a scrivere Walter Scott “Una città costruita da gentiluomini per gentiluomini” e tradizionale, ricchissima di forme di devozione popolare. E’ di per se una città-museo, satura di stratificazioni e di simboli, e per questo penso che il modo migliore per conoscerla sia visitarla nella sua interezza con una lunga e lenta passeggiata, facendo attenzione ai suoi palazzi barocchi, ai coloratissimi balconi che movimentano le facciate, alle statue di santi agli incroci, alle prospettive lunghissime delle strade che, tra sali e scendi, puntano verso il mare. Direi pertanto di osservare la città dai due suoi splendidi giardini Upper Barrakka Gardens e Lower Barrakka Gardens, classici e arcaici come giardini pensili, e dai bastioni. La Co-Cattedrale di San Giovanni è una delle più belle chiese barocche del mondo e vanta –oltre alla grande tela di Caravaggio- un tesoro d’arte sacra molto significativo, formatosi con i Cavalieri e con i Gran Maestri i quali, alla loro elezione, dovevano regalare al Capitolo un “tesoro” o “dono” per arricchire la loro dimora spirituale. La chiesa del Naufragio di San Paolo, invece, raccolta su un fianco della città e quasi nascosta nell’ingombro dei palazzi, è un luogo più intimo, colmo di devozione e di dettagli artistici e architettonici che colpiscono l’immaginazione: personalmente, per esempio, mi è rimasta impressa una Via Crucis intagliata in una serie di enormi conchiglie perlacee e una statua dell’Assunta ricavata dall’albero maestro di una nave affondata nell’Ottocento nel porto. Sono segni minimi ma carichi di storia che a me colpiscono moto. Se si ha tempo e modo, infine, si potrebbe sentire un concerto al Teatru Manoel per apprezzare uno dei teatri più antichi d’Europa e la sua perfetta acustica.
Valletta Capitale Europea della cultura 2018 – da un punto di vista di expat, inviteresti altri italiani a visitarla proprio in virtù di questo evento?
Penso proprio di sì. La città, si percepisce già oggi, è in forte rinnovamento urbanistico e architettonico con interessanti progetti di riqualificazione e allestimento di spazi all’aperto e all’interno. Le attività culturali sono molte e varie, anche se avrebbero bisogno di un maggior coordinamento. Si sta lavorando tanto sull’arte e la didattica, soprattutto per i più piccoli. Per il 2018 oltre al complesso del Gate di Renzo Piano, il vero biglietto da visita della città per l’Europa, sarà terminato anche lo spostamento e l’allestimento del Museo Nazionale di Belle Arti (MUZA) nell’Auberge d’Italie, con nuovi percorsi espositivi, e molte chiese scopriranno i ponteggi per mostrare i recenti restauri. Sarà una città da vivere e, per chi fosse già venuto, da riscoprire totalmente.
In quali altre città di Malta, magari meno popolari di Valletta, ritieni ci siano bellezze artistiche da ammirare?
La peculiarità di Malta è l’incredibile concentrazione di ricchezze artistiche e architettoniche in pochissimi chilometri. Oltre alla presenza di circa trecento chiese, molte in forma monumentale e ricche di tesori d’arte, vi sono ovunque palazzi, residenze, castelli, fortificazioni, rovine, paesaggi naturali che rendono l’arcipelago un vero e proprio museo diffuso facilmente fruibile e visitabile. Personalmente mi ha colpito molto Mdina che realmente si può definire la città del silenzio perché, soprattutto di notte, nell’assenza di rumori e di macchine, acquista un aspetto mistico e surreale ed è un piacere girare tra le sue stradine circondate da alte mura con le basse luci dei lampioni. La cittadina di Rabat, a Gozo, forse perché meno turistica permette di apprezzare l’originario spirito dell’isola, e camminare tra le case dagli usci aperti, potendo osservare con discrezione la vita all’interno e le stanze così ricche di oggetti e memorie, può risultare una piacevole sorpresa. Infine salendo dal lungomare, lasciandosi quindi alle spalle la vita caotica di negozi e boutique, e perdendosi nei vicoli in un’ambientazione quasi mediorientale trovo che la parte antica di Sliema sia da scoprire tra una gran varietà di bazar, scorci suggestivi come “The Three Trees”, sorprese architettoniche quali l’imponente chiesa del Our Lady of the Sacred Heart of Jesus e il Balluta Building, e punti panoramici quali il Fort Tignè dal quale sembra, data la vicinanza, di poter quasi toccare Valletta e dal quale si gode, soprattutto di notte, di una visione suggestiva della capitale. La Rotunda di Mosta, infine, è un luogo a parte per la magnificenza e l’enormità della sua architettura.
Fra il Caravaggio ed il Mattia Preti, chi pensi abbia lasciato l’opera più importante che Malta custodisce e perché
Il confronto è difficile anche perché sono personalità molto differenti, pur se apparentemente vicine stilisticamente. Il Cavaliere Calabrese ha soggiornato a Malta per circa quarant’anni realizzando più di trecento opere tra quadri e affreschi che sono disseminati in chiese, conventi, palazzi e musei. Ha formato inoltre una generazione di pittori, molti locali, fortemente influenzati dal suo stile e che hanno reso l’isola una delle capitali del barocco, o meglio uno dei luoghi dove lo stile barocco è maggiormente perdurato. Questo legame –io la chiamo persistenza della forma- con la struttura, figurativa e architettonica, lo si ritrova nell’arte ancora oggi. Caravaggio, in fuga da Roma dopo l’uccisione in duello di Ranuccio Tomassoni, vive a Malta il suo periodo, relativamente, più calmo, prima della cacciata dall’Ordine per ignominia. Ha tempo comunque di realizzare la sua tela più grande. La Decollazione del Battista misura circa cinque metri per tre ed è, a livello formale, la sua realizzazione maggiormente innovativa per l’uso del colore e delle mezzetinte e per la composizione generale, definita da molti critici la più classica e austera del suo corpus pittorico. Tra i due, per formazione e studio personale, preferisco il Merisi anche se l’opera di Preti, di grandissima qualità pittorica e coloristica, è stata un’inaspettata riscoperta. A riguardo vorrei suggerire di vedere il suo San Luca che dipinge la Vergine conservato presso la chiesa dei francescani a Valletta e che è un autentico capolavoro.
Ami anche la fotografia, ci sembra chiaro visto il tuo profilo instagram. Hai dei suggerimenti per chi ama scattare foto come te su dei luoghi più o meno noti che davvero racchiudono l’essenza della bellezza di Malta?
Trovo che a Malta sia molto semplice realizzare scatti suggestivi. Basta spostare l’obiettivo dalle tipiche vedute turistiche -da cartolina- e focalizzarsi sulle minime particolarità del territorio e dell’ambiente per ottenere immagini caratteristiche. Le città e i paesi vivono in questo senso di accumulo e positivo horror vacui, una tensione materiale probabilmente nata dalla precarietà, in passato, dell’isolamento in mare e che si traduce in una grande inventiva decorativa e ornamentale. Ecco, penso che l’essenza della bellezza stia nascosta in questi dettagli.
I nuovi artisti maltesi: hai gallerie d’arte o botteghe particolari da segnalare?
L’arte contemporanea maltese, ovvero quella del Novecento storico, è sostanzialmente figurativa. Gli ultimi vent’anni, comunque, segnano un progressivo allontanamento dalla matrice iconica e la sperimentazione di nuove forme d’arte in linea, anche, con le tendenze europee. Vince Briffa, Austin Camilleri, Pierre Portelli e Raphael Vella sono stati i fondatori del gruppo START, il primo sodalizio artistico in territorio maltese con un manifesto e una precisa azione comune. Attualmente sono gli artisti maltesi più rappresentativi insieme all’artista e curatore maltese Mark Mangion fondatore e direttore di MCA Malta Contemporary Art, un progetto curatoriale che dal 2008 al 2011 ha portato sull’isola interessanti ricerche dal respiro internazionale. Ci sono diverse gallerie commerciale ma vorrei segnalare in particolare BLITZ, una galleria privata nel cuore di Valletta, l’unica con un preciso taglio curatoriale e un’attiva politica culturale, allestita in un antico palazzo seicentesco e portata avanti dall’artista e curatrice Alexandra Pace. Colgo l’occasione per segnalare che sul prossimo numero di Artribune, un’importante rivista d’arte contemporanea, uscirà un mio lungo reportage, “Malta confabulation”, interamente dedicato al contemporaneo sull’isola.
La prima volta che hai visitato Mdina, cosa hai pensato e come ti sei sentito?
E’ stata una strana emozione. Tornavo da Dublino, dove avevo vissuto per due mesi, e trovarmi nell’arco di dieci giorni in un luogo geograficamente, culturalmente e visivamente così differente mi ha piacevolmente spiazzato. Dai climi celtici alle atmosfere –suoni, odori, colori- del sud è un bel passaggio e debbo dire che Malta incarna perfettamente l’idea visiva del luogo mediterraneo. Proprio questa eccedenza e sovrabbondanza di stimoli sensoriali ed estetici in uno spazio così limitato geograficamente è un aspetto che personalmente mi ha colpito molto.
Quale fra le grandi opere che abbiamo a Malta ti ha davvero levato il fiato una volta al suo cospetto?
Il mio lavoro mi porta ad essere immerso continuamente nell’arte, a studiarla e viverla, ma l’arte ha avuto da sempre, come maestra, la Natura quindi per quest’ultima domanda scelgo come risposta le scogliere di Dingli. Osservare il tramonto da quei promontori non ha prezzo.
Malta per me è l’inaspettata scoperta della suggestione
Immagini: Tommaso Evangelista