UNDERWATER, alla scoperta delle bellezze sottomarine di Malta
I siti archeologici sottomarini sono fuori dalla vista e il più delle volte fuori dalla mente.
La ragione di questa situazione è semplice: la barriera fisica creata dal mare stesso che impedisce ai più di visitare relitti e reperti sottomarini. Ad oggi, solo i subacquei o le persone nei sottomarini sono in grado di visitare tali siti.
Underwater Malta è un progetto creato da Heritage Malta e Malta Tourism Authority che aiuta a superare queste barriere e a rendere accessibili a tutti le bellezze sottomarine del Mediterraneo, un museo virtuale sottomarino attraverso cui andare alla scoperta dei fondali maltesi stando comodamente seduti davanti al computer.
L’uso di potenti fotocamere e speciali luci subacquee hanno consentito di catturare il patrimonio culturale sottomarino di Malta in modo tale da renderlo accessibile a tutti, consentendo anche al pubblico di immergersi nella storia. La creazione di questo record digitale contribuisce al continuo impegno per la conservazione e la protezione del patrimonio culturale sommerso di Malta per le generazioni future.
Oggi vi portiamo alla scoperta di questo strepitoso progetto tramite questa intervista a Timmy Gambin, Professore Associato di Archeologia Marittima presso l’ Università di Malta direttore del museo virtuale, e Gianmichele Iaria, safety diver e videomaker principale del progetto Underwater Malta.
1) Come nasce il progetto Underwater Malta e la collaborazione con MTA?
[Timmy Gambin]
L’idea mi è venuta durante una delle numerose immersioni effettuate sui naufragi al largo di Malta e Gozo. La domanda scottante era “come potrebbero questi siti unici essere condivisi con il grande pubblico?” Questo perché non tutti si immergono e non tutti coloro che si immergono possono raggiungere profondità oltre i 50 metri.
Nell’ambito della gestione del patrimonio culturale sottomarino di Malta, l’Università di Malta registra i siti storici in 3D. Questi modelli tridimensionali forniscono il formato ideale per condividere virtualmente i siti sottomarini. Insieme all’esperienza di Heritage Malta e sostenuto da MTA, ho intrapreso la sfida di creare e gestire un museo virtuale dei tesori sottomarini di Malta.
2) La storia millenaria di Malta ha visto passare diverse popolazioni sulle isole dell’arcipelago e così come a terra immaginiamo che le stesse testimonianze siano state lasciate in acqua. Cos’è possibile trovare sui fondali marini maltesi e a testimonianza di quali epoche?
[Timmy Gambin]
Essendo un’isola, Malta e i suoi abitanti sono sempre stati strettamente legati al mare. È quindi legittimo chiedersi quanto dei 7000 anni di storia di Malta – così riccamente rappresentati sulla terraferma – siano presenti sui fondali marini attorno all’arcipelago maltese.
Ad oggi abbiamo rilevato oltre 1000 chilometri quadrati di fondale marino utilizzando le più recenti tecnologie sonar. I risultati di queste valutazioni sono stati davvero sorprendenti.
Finora possiamo riportare scoperte che vanno dal più antico naufragio nel Mediterraneo centrale agli aerei della Guerra Fredda che si schiantarono in mare negli anni ’50. Ovviamente altri periodi storici sono ben rappresentati. Il nostro compito principale ora è continuare a condividere questi siti attraverso il Museo virtuale e assicurando che Heritage Malta continui a rendere i siti accessibili al pubblico.
3) C’è un relitto/sito sottomarino, tra quelli monitorati per il vostro progetto Underwater Malta, che ha una storia particolare da raccontare?
[Gianmichele Iaria]
Tutte le navi sommerse portano con se storie interessanti. L’arcipelago Maltese, data la sua posizione strategica, fa da crocevia quasi obbligatorio per tutte le rotte che vanno dalle coste del nord Africa e quelle del sud Italia. Ne consegue che un gran numero di navi sono affondate sui suoi fondali, e questo, in particolare, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tra le navi affondate durante la seconda guerra, a mio parere, quella che ha una storia particolare è lo Schnellboot S-31. I tedeschi per lungo tempo avevano inutilmente provato a bombardare le basi dei sottomarini inglesi a Malta, questo perché gli inglesi avevano trovato il modo di allagare gli scantinati delle fortezze, all’interno del porto di Valletta, e vi nascondevano dentro i sottomarini. Tracce di tale attività sono ancora oggi visibili.
Allora i Tedeschi decisero di cambiare strategia e minare pesantemente l’ingresso e l’uscita del porto di Valletta. Per fare ciò si affidarono a queste imbarcazioni veloci, gli Schnellboot; quello ritrovato sui fondali Maltesi è della classe 31. Queste navi, pesantemente armate, provenienti dalle basi tedesche in Sicilia, dovevano rapidamente avvicinarsi all’ingresso del porto di Valletta, depositare le mine e andare via. In queste operazioni i Tedeschi erano divenuti particolarmente aggressivi e si avvicinavano sempre di più alle coste Maltesi. Dalla posizione del relitto e dal tipo di danno che ne ha causato l’affondamento, pensiamo che, nella concitazione dell’operazione, lo Shenellboot S-31 sia affondato colpendo una mina da esso stesso posata.
4) Consiglieresti un viaggio a Malta agli amanti della storia e se si, quali luoghi sono da non perdere durante un viaggio a Malta?
[Gianmichele Iaria]
Assolutamente si, indipendentemente dai beni storico-archeologici sommersi, non dobbiamo dimenticare che Malta ha una storia millenaria che parte dai ritrovamenti dei megaliti probabilmente edificati dai Sicani, per passare attraverso i Fenici, i Cartaginesi, I Romani e gli Arabi, fino all’arrivo dei Normanni e dei Cavalieri di Malta con cui forse raggiunse il suo più grande splendore.
Tracce di ciò sono evidenti su tutto il territorio, un grande esempio è la splendida città di Mdina fortificata dai Fenici nel 1000 a.C., ha, tutt’oggi, il titolo di città Notabile e conserva integro il suo aspetto monumentale, Valletta, che negli ultimi anni il governo sta cercando di rivalutare e le chiese Maltesi che ospitano, al loro interno, i segni di tale splendore. Non dimentichiamo che all’interno della chiesa di San Giovanni, la concattedrale di Malta, a Valletta, possiamo trovare due opere di Caravaggio. A tutto ciò possiamo aggiungere le immense risorse sommerse che vanno dal relitto Fenicio ritrovato a Xlendi alle navi sommerse della prima e seconda guerra che sono fruibili direttamente in sito dai turisti subacquei ed anche dai turisti ‘di superfice’, o perché parzialmente musealizzati o attraverso la realtà virtuale.
Inoltre è da non sottovalutare l’aspetto naturalistico dell’arcipelago Maltese. Se posso dire la mia, Malta ha tutte le carte per essere una meta turistica di prim’ordine, e, si dovrebbe puntare sempre meno sul turismo di massa ed incentivare un turismo di qualità.
5) Avete progetti futuri per promuovere il museo virtuale?
[Gianmichele Iaria]
Assolutamente. Abbiamo ancora molti relitti da esplorare e documentare, prima di aprirli al turismo subacqueo e quindi inserirli nel museo virtuale, inoltre la rapidissima evoluzione delle tecnologie di realtà virtuale permetterà di implementare nuove possibilità per le visite virtuali; sicuramente lo sforzo fatto dal Governo Maltese al fine di ricercare e rendere fruibili i beni storico-archeologici, porterà Malta a divenire una delle mete principali, nel Mediterraneo, per il turismo subacqueo come anche per gli appassionati di storia, navale e non.
Di conseguenza era prevista la partecipazione all’Eudishow 2020 di Bologna come anche ad altre fiere di settore in Europa. La pandemia in corso ha reso impossibile ciò, ma ha solo rimandato i programmi.