La magia di Mdina nelle giornate d’inverno
Piccola, raccolta, quasi timida: oggi il viaggiatore che visita Mdina per la prima volta non riesce a rendersi conto, inizialmente, di trovarsi di fronte all’antica capitale di Malta.
Muovo i miei passi lungo il ponte che mi porta dritto a una delle porte della città. Lo sguardo mi cade sulle mura di pietra giallo-oro, di origine araba: per la maggior parte sono ancora quelle originali, che la superficie irregolare e disomogenea fa assomigliare a una grossa spugna.
Superato l’ingresso, si entra nella città silenziosa. E, incredibile a dirsi, anche con i turisti riesce a mantenersi fedele al suo soprannome. Mdina si rivela insieme elegante e modesta, nobile ma per niente altezzosa. È una città che vive della sua storia, un luogo che conserva un’autenticità rara su un’isola come Malta.
Ne resto subito affascinato. Un guidatore di carrozze cerca di accalappiare qualche cliente tra i turisti appena entrati in città, mentre alcune coppiette procedono verso i vicoli secondari con il naso fisso all’insù, incantati dalle facciate dei palazzi e dai balconi colorati.
Nonostante oggi ci siano meno di 400 abitanti residenti, a Mdina si ha ancora l’impressione di trovarsi nel cuore pulsante di Malta. Saranno le pietre antiche che circondano il visitatore da ogni lato, saranno i batacchi dei portoni, colorati e un po’ stravaganti, sarà il calore delle piazzette più appartate, con i tavolini al sole e gruppi di amici che fanno aperitivo.
A Mdina si respira un’atmosfera particolare che unisce passato e presente, me ne rendo conto perché non riesco a smettere di scattare decine di foto a ogni angolo che giro. Mi trovo nella città che fu capitale di Malta per tutto il Medioevo fino all’arrivo dei Cavalieri di San Giovanni nel XVI secolo. Poi venne il terremoto del 1693, ma la città fu restaurata e le famiglie nobiliari rimasero ad abitarvi, regalandoci i meravigliosi palazzi che possiamo ammirare ancora oggi.
Uno di quelli che mi colpisce di più è appena oltre l’ingresso, in Piazza San Publio: si tratta di Palazzo Vilhena, un fulgido esempio di architettura barocca di influenza francese, costruito nel XVIII secolo. In passato il palazzo ospitava un’università medievale, e per un attimo chiudo gli occhi e mi immagino studiare tra quelle sale eleganti. Poi li riapro e scopro, con una piccola punta di delusione, che oggi il palazzo ospita il Museo Nazionale di Scienze Naturali.
In Piazza San Publio si trova anche il museo delle torture, luogo che mi riporta con i ricordi ai miei incubi di ragazzino e alle gite scolastiche nei castelli medievali. Tra statue di cera e un sonoro che riecheggia le sofferenze patite dai prigionieri, il Mdina Dungeons è un must per gli appassionati di torture medievali.
Come visitatore vengo attratto inesorabilmente verso la splendida la Cattedrale di San Paolo, la cui particolarità sono i due campanili con un orologio ciascuno. La chiesa è dedicata a San Paolo perché si dice che fu sepolto qui dopo che convertì al Cristianesimo il governatore romano Publio, che divenne quindi il primo vescovo maltese.
Un altro edificio che mi lascia a bocca aperta è Palazzo Falson, residenza di quei nobili maltesi che furono rigettati dalla nuova capitale Valletta. A quanto pare la biblioteca del palazzo conserva ancora oggi 4500 volumi, e da bibliofilo quale sono mi immagino scaffali su scaffali di antichi tomi dal valore inestimabile.
Sazio di tutta la bellezza che ho ammirato, faccio un ultimo giro tra i vicoletti di Mdina, ancora più silenziosi delle vie principali. Tutti i visitatori sono ugualmente rispettosi verso questo luogo incredibile, sussurrano tra di loro, non gridano e spesso si guardano intorno un po’ spaesati. Mdina, che per tanti è anche “La Notabile”, è davvero la città silenziosa.