La festa delle olive bianche a Malta
Eppur a Malta vi furono tempi bui in cui gli alberi d’ulivo non venivano tenuti in considerazione alcuna: essi erano miseramente utilizzati quale legna da ardere et al loro posto venivano impiantati nuove colture, quali aranceti e mandorli. Non si conosce l’arcano motivo, ma, negli ultimi decenni, questi antichi e maestosi arbusti non ebbero gran fortuna nella nostra isola. Ben diverso era ai miei tempi, dove l’oliva era ancora ammantata dall’aura sacra dell’antichità! Qualche novello e sedicente assaggiatore s’azzardò persino a definire il nostro olio ‘troppo amaro’! Oh, scandalo, oh empietà!!!
Il popolo, scioccamente, diede spago a tali castronerie e i nostri maestosi ulivi vennero soppiantati! Ordunque, oggi salutiamo con somma gioia quella che viene definita ‘La rinascita delle olive maltesi’. Meritevole è stata l’azione di un ex gioielliere (fine cesellatore!) che ha riscoperto alcune talee di una specie locale, il “bidni”, e con somma passione ha iniziato a ripopolare la terra di olivi, riportandone in auge la specie autoctona, con i propri speciali ed eccellenti sapori . Tant’è vero che “Tutti pensavano che le olive maltesi producessero un olio troppo amaro – narra Sam Cremona – Ma invece è proprio il gusto amaro una delle più grandi qualità di questo olio“. L’arguto messer Cremona ha coinvolto quindi una quarantina di agricoltori dell’isola nel suo ardito progetto. Ebbene: qual gioia nel riportarvi il risultato: sono già stati piantati cinquemila olivi e ivi si produce un olio fruttato, bio al 100%, che par proprio piacere ai turisti stranieri per le sue singolarità.
Nell’isola pochi erano al corrente che un tempo l’olio fosse prodotto anche Malta…Messer Cremona ha fatto un lavoro di tutto rispetto!
A Malta ad oggi è quindi rinata anche la rarissima oliva bianca, che anni orsono scomparve quasi del tutto. Scellerati!
Ed ora che accadrà? Riconosciuto l’errore, per evitare il rischio di una novella estinzione di questi beni preziosi della terra maltese, messer Sam Cremona ha registrato tutto presso ognuna delle autorità locali. Nondimeno, la sua più verace speranza è che le olive maltesi ottengano tosto la certificazione europea.
E che un giorno il pregiato olio dell’isola finisca anch’esso sulle tavole dei gourmets, insieme ai cugini italiani e spagnoli!
Vostro Jean Parisot de la Vallette